TERAMO – Verranno presentati oggi, a partire dalle 9, nella sala polifunzionale della Provincia, i risultati del Rapporto “Ricerca Abruzzo”, che fotografa il fenomeno della violenza sulle donne immigrate presenti sul territorio. Uno dei dati che emerge in maniera chiara è che nel 34% dei casi rilevati la violenza viene compiuta dai datori di lavoro. Il Rapporto presentato nell’ambito del progetto Iris, evidenzia come sia la provincia di Teramo ad accogliere il maggior numero di immigrati, circa 21 mila, di cui il 52,2% donne, sono proprio queste ultime ad utilizzare maggiormente (63,3%) i servizi presenti sul territorio, come ospedali, ambulatori e sportelli dedicati agli immigrati. Il Rapporto si basa anche su interviste agli operatori sociali: il 71% degli interpellati ha dichiarato di essere venuto a conoscenza negli ultimi tre anni di violenze subite dalle donne immigrate. Per quanto riguarda le forme di violenza osservate, al primo posto c’è quella psicologica (87%); seguita da quella verbale (75,7%) e quella fisica (58,6%). Numerosi anche i casi (77%) di accertamento della compresenza di più forme di violenza. La ricerca mette in luce anche l’esistenza sul territorio abruzzese del fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, riscontrate da oltre il 21% degli operatori intervistati. Emerge anche come la violenza sulle donne avvenga soprattutto tra le mura domestiche: l’autore risulta il marito o il partner nell’84% dei casi rilevati; in un numero significativo di casi (34%) le violenze vengono perpetrate dal datore di lavoro. “Questa indagine – spiega l’Assessore alle politiche sociali, Renato Rasicci – consente di tracciare una mappatura veritiera e aggiornata di un fenomeno che resta in gran parte sommerso e di difficile rilevazione. Si evidenza in particolare, un forte bisogno di mediazione sociale e culturale. In questo ambito, la nostra Provincia, è molto attiva come dimostra la continuità delle attività svolte dal Centro polivalente Melting Point di Martinsicuro, autogestito dalle stesse associazioni di immigrati; il finanziamento di interventi di mediazione culturale nelle scuole di ogni ordine e grado del territorio al fine di facilitare i percorsi di integrazione e il fiore all’occhiello rappresentato dal nostro Centro antiviolenza, La Fenice”.